→ modalità contesto
modalità contenuto
INVENTARICATALOGHIMULTIMEDIALIANALITICITHESAURIMULTI
guida generale
CERCA

Modal. in atto: CORPUS OGGETTOdisattiva filtro SMOG

Legenda
Nodo superiore Corpus autorizzato

NB: le impostazioni di visualizzazione modificabili nel pannello di preferenze utente hanno determinato un albero che comprende esclusivamente i nodi direttamente ascendenti ed eventuali nodi discendenti più prossimi. Click su + per l'intero contenuto di un nodo.

ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Di Vittorio è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 151Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 113

Brano: Di Vittorio, Giuseppe

Prestò servizio nei bersaglieri. Incoraggiato da un ufficiale, ignaro del suo passato politico, a iscriversi al corso allievi ufficiali, lo frequentò per 45 giorni finché, giunte nel frattempo le informazioni sul suo conto, venne mandato al fronte. Durante l'offensiva del 1916 Sull’Altipiano dei Sette Comuni nel Trentino, rimase gravemente ferito. Dopo la guarigione, venne internato come « sovversivo » prima a Roma, poi alla Maddalena e a Palermo e infine in un campo di Bardia, in Libia, dove conobbe . altri socialisti, tra cui Aladino Bibolotti, assieme ai quali venne liberato u[...]

[...]clamò immediatamente lo sciopero generale di protesta, ma le squadre fasciste, capeggiate da Giuseppe Caradonna, ne assaltarono e ne distrussero la sede, alla presenza della polizia complice e indifferente. Analoghe « spedizioni punitive » si susseguirono in tutti i centri delle Puglie; a Bari ebbero luogo vere e proprie battaglie. Mentre agli squadristi era assicurata l’impunità, contro i lavoratori vennero spiccati numerosi mandati di cattura. Di Vittorio riuscì in un primo tempo a sfuggire all’arresto, ma ai primi di aprile fu catturato e incarcerato a Lucera.

Il Partito socialista si offrì allora di metterlo in lista come candidato alle elezioni. Dopo qualche esitazione, dato che non era iscritto a quel partito (anche se era già iniziato il suo distacco dall’Unione Sindacale Italiana), Di Vittorio accettò la candidatura. Malgrado i brogli e le violenze fasciste (nel giorno delle elezioni, davanti a un seggio di Cerignola, 9 lavoratori caddero sotto il piombo degli squadristi) fu eletto deputato. La sua prima visita fu per Cerignola, sebbene ne fosse stato « bandito » dai fascisti e diffidato, sotto pena di morte, dal mettervi piede.

Nominato presidente del locale Comitato de\\'Alleanza del lavoro (v.), nel 1922 organizzò la celebrazione del primo maggio a Bari, ma nello

Giuseppe Di Vittorio nel 1914

stesso tempo promosse la costituzione dei gruppi locali degli Arditi del popol[...]

[...]violenze fasciste (nel giorno delle elezioni, davanti a un seggio di Cerignola, 9 lavoratori caddero sotto il piombo degli squadristi) fu eletto deputato. La sua prima visita fu per Cerignola, sebbene ne fosse stato « bandito » dai fascisti e diffidato, sotto pena di morte, dal mettervi piede.

Nominato presidente del locale Comitato de\\'Alleanza del lavoro (v.), nel 1922 organizzò la celebrazione del primo maggio a Bari, ma nello

Giuseppe Di Vittorio nel 1914

stesso tempo promosse la costituzione dei gruppi locali degli Arditi del popolo (v.).

Quell’anno segnò il momento di un ripensamento critico e del definitivo distacco di Di Vittorio dal sindacalismo rivoluzionario; la Camera del lavoro di Bari si staccò dall’U.S.I., pur motivando tale decisione non con ragioni ideologiche, ma solo con la necessità dell’unità dei lavoratori per la lotta contro il fascismo.

« Fu anche l'anno — scrive Mario Assennato — nel quale Di Vittorio venne a trovarsi organizzativamente isolato: dopo una lunga azione di progrediente legame tra il proletariato delle campagne e quello delle città, pur divenuto ormài la figura nella quale più si impersonava tutta la cruenta lotta delle masse a difesa delle libertà democratiche in Puglia, Di Vittorio nel 1922, non militante socialista e non più aderente aH'U.S.I., si trovava senza vincoli organizzativi formali con la classe operaia ».

Egli restava tuttavia il dirigente indiscusso dei lavoratori pugliesi. Il 31.7.1922 l’Alleanza proclamò lo sciopero generale nazionale; Caradonna mobilitò immediatamente le squadre fasciste che occuparono Andria e si accinsero ad attaccare Bari. Qui gli Arditi del popolo tennero saldamente il quartiere dove aveva sede la Camera del lavoro e ripetutamente respinsero gli squadristi nelle vie adiacenti. Di Vittorio, il tenente Aruzzolo e il giovane operaio L[...]

[...]nizzativi formali con la classe operaia ».

Egli restava tuttavia il dirigente indiscusso dei lavoratori pugliesi. Il 31.7.1922 l’Alleanza proclamò lo sciopero generale nazionale; Caradonna mobilitò immediatamente le squadre fasciste che occuparono Andria e si accinsero ad attaccare Bari. Qui gli Arditi del popolo tennero saldamente il quartiere dove aveva sede la Camera del lavoro e ripetutamente respinsero gli squadristi nelle vie adiacenti. Di Vittorio, il tenente Aruzzolo e il giovane operaio Luigi Ottolino, insieme a una quindicina di compagni, riuscirono a resistere per tutta la giornata. Tra le vittime della battaglia vi fu anche un ragazzo di 12 anni. Gli scontri continuarono nella città fino al 4 agosto. Lo sciopero, definito dalla Questura di Bari « sommossa sediziosa », portò alla

denuncia e all’arresto dei dirigenti e di numerosi membri deH’Alleanza del lavoro. Poiché Di Vittorio godeva dell'immunità parlamentare, nei suoi confronti fu chiesta l’autorizzazione a procedere.

Nel novembre 1922, dopo la marcia fascista su Roma, la Camera del lavoro di Bari fu chiusa d’autorità; giuntone a conoscenza, Di Vittorio ritornò dalla Capitale e la riaprì. Non appena nei quartieri di Bari vecchia si sparse la notizia, i lavoratori affluirono a centinaia alla Camera del lavoro, dove Di Vittorio si era installato con la moglie incinta e la figlia Bai dina.

I fascisti non tardarono a muovere all’attacco e allora una squadra di Arditi del popolo, comandata da L. Ottolino, si preparò a rispondere appostandosi all'imbocco della strada che porta a piazza Mercantile (oggi piazza Gramsci). Si sparò da una parte e dall'altra e i fascisti furono respinti. La notte stessa Anita Di Vittorio diede alla luce il figlio, cui venne messo il nome di Vindice. . L’indomani la Camera del lavoro venne occupata, ma non dai fascisti, bensì da reparti dell'esercito. Di Vittorio nel frattempo aveva lasciato la città.

Sotto la dittatura fascista

Forti pressioni furono esercitate su di lui perché aderisse ai sindacati fascisti, ma egli respinse sdegnosamente tali profferte. Quando, nel 1923, si costituì nel Partito socialista la frazione terzinternazionalista (v.) sostenitrice della fusione con i comunisti, Di Vittorio, superate le ultime riserve, vi partecipò e in quello stesso anno aderì al Partito comunista. Chiamato a far parte della Commissione agraria, con Ruggero Grieco promosse la costituzione dell'yAssoc/az/one nazionale dei contadini poveri e ne divenne segretario.

Rieletto deputato nel 1924, verso la fine del 1925 fu arrestato, malgrado l’immunità parlamentare, per la sua attività antifascista. Con lui fu arrestato Cesare Massini. Rilasciato nel giugno 1926, dopo la promulgazione delle leggi eccezionali fasciste del novembre dovette espatriare clandestinamente. Il 7.5.

1927 fu condannato in[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 115

Brano: Dodecaneso

Giuseppe Di Vittorio durante un comizio in piazza del Duomo a Milano (31.10.1948)

ideologica. Infatti, esaurito questo compito di rivolta delle masse più affamate al tentativo di burocratizzazione, cui ho accennato, il movimento sindacalista rivoluzionario non aveva più ragione di essere ». Bibliografia: Antonio Tato, Di Vittorio, l’uomo, il dirigente, Roma, 1968; Anita Di Vittorio, La mia vita con Di Vittorio, Firenze, 1965; M. Assennato, Giuseppe Di Vittorio e il movimento operaio pugliese, Rinascita, n. 43, 3.11.1967.

Di Vittorio Berti, Baldina

N. il 16.10.1920. Figlia di Giuseppe Di Vittorio (v.), educata nel clima dell'emigrazione antifascista in Francia, fin da giovinetta prese parte alla lotta antifascista militando nelle organizzazioni della gioventù comunista francese.

Iscritta al P.C.I. dal 1938, allo scoppio della seconda guerra mondiale fu internata dal governo francese nel campo di Rieucros (Lozère). Con il crollo della Francia, riacquistata la libertà, potè rifugiarsi negli Stati Uniti con il marito Giuseppe Berti (v.). In U.S.A. frequentò i corsi della « Jefferson School », partecipò all’azione dei gruppi antifascisti di New York, fu segretaria della « Ecole Libre d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 114

Brano: Di Vittorio, Giuseppe

zare l’attività della Confederazione generale del lavoro e si dedicò anche al rafforzamento del movimento antifascista tra gli emigrati italiani. Al IV Congresso del P.C.I., a Colonia (1931), entrò a far parte del Comitato centrale e delTUfficio politico del partito. Nel 1934 partecipò alle trattative e alla stipula del patto d’unità d'azione tra comunisti e socialisti.

Accorso tra i primi a combattere in Spagna, con il nome di Mario Nicoietti divenne commissario politico della XI e poi della XII Brigata Internazionale. Ferito nella battaglia di Guadalajara, trascorse la conva[...]

[...]ciato dopo la caduta del fascismo, nella seconda metà dell’agosto 1943 venne nominato dal governo Badoglio commissario (v.) alle Confederazioni sindacali, alla segreteria della Federazione nazionale dei lavoratori agricoli. Insieme all’opera di riorganizzazione sindacale, dopo I*8 settembre prese parte alla Resistenza.

Dopo la Liberazione

Alla liberazione di Roma, venne ufficialmente realizzato il patto d’unità sindacale (1944), firmato da Di Vittorio per i comunisti, Achille Grandi per i democristiani, Emilio Canevari (in assenza di Oreste Lizzadri che si trovava in missione al Sud) per i socialisti. Sorse, con il sindacato unico, la Confederazione generale italiana del lavoro (v.) che ebbe sede nei locali già appartenuti alla C.G.L. e che Di Vittorio, come segretario generale, avrebbe diretto fino alla fine. Nominato vicepresidente della Federazione sindacale mondiale al Congresso di Parigi (settembre 1945), nel Congresso di Milano del luglio 1949 ne fu eletto presidente, carica riconfermata aH’unanimità al Congresso di Vienna dell’ottobre 1953.

Alla vita politicoistituzionale del dopoguerra partecipò come deputato aìl’Assemblea Costituente, come consigliere comunale di Roma (1952), deputato al primo Parlamento della Repubblica nel 1948, rieletto nel 1953. Nel Parlamento, in qualità di vicepresidente della Commissione lavoro e previden[...]

[...]mità al Congresso di Vienna dell’ottobre 1953.

Alla vita politicoistituzionale del dopoguerra partecipò come deputato aìl’Assemblea Costituente, come consigliere comunale di Roma (1952), deputato al primo Parlamento della Repubblica nel 1948, rieletto nel 1953. Nel Parlamento, in qualità di vicepresidente della Commissione lavoro e previdenza sociale, continuò la sua battaglia in difesa dei diritti dei lavoratori. Grande fu il ruolo svolto da Di Vittorio nelle lotte del dopoguerra per la rinascita sociale ed economica del paese, per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, per l’affermazione dei diritti di sciopero e di libertà sindacale, per le riforme di struttura atte a dare nuovo slancio aH'economia italiana in una prospettiva di emancipazione delle classi lavoratrici. Fu soprattutto merito suo se la C.G.I.L. seppe prendere l’iniziativa

del Piano dellavoro, secondo una linea di sviluppo e di rinnovamento che tendeva a risolvere il più grave problema economico e sociale del paese, quello della disoccupazione di massa.
[...]

[...], per le riforme di struttura atte a dare nuovo slancio aH'economia italiana in una prospettiva di emancipazione delle classi lavoratrici. Fu soprattutto merito suo se la C.G.I.L. seppe prendere l’iniziativa

del Piano dellavoro, secondo una linea di sviluppo e di rinnovamento che tendeva a risolvere il più grave problema economico e sociale del paese, quello della disoccupazione di massa.

Ma i tratti più caratteristici della personalità di Di Vittorio furono l'amore per il popolo e la costante aspirazione all’unità degli operai, dei contadini, dei lavoratori di ogni categoria, come presupposto per la loro vittoria. Il Patto di Roma, ia fondazione della C.G.I.L., la realizzazione dell’unità tra le principali correnti del movimento sindacale italiano furono il frutto di un lungo processo e di un tenace lavoro che ebbero Di Vittorio per protagonista. Né la sua azione unitaria si esaurì neH’ambito nazionale; i suoi interventi ai congressi sindacali internazionali testimoniano come egli abbia lavorato fino all ultimo per realizzare l’unità sindacale dei lavoratori di tutti i paesi.

Morì, stroncato da un infarto, dopo aver tenuto una riunione agli attivisti sindacali di Lecco.

Sulla propria evoluzione politica ebbe a dare il seguente giudizio, in occasione del suo 60° compleanno, parlando 1*11.8.1952 a La Spezia: « [...] è stata evocata, nel corso di questa celebrazione, la mia appartenenza in gioventù, insieme col mo[...]

[...]lla società, il sorgere del sindacalismo rivoluzionario in Italia e specie nel Mezzogiorno, fu dunque una rivolta giustificata — anche se in termini errati — contro l’accennato compromesso e contro il conseguente tentativo di burocratizzazione del movimento sindacale. Ma la ragione fondamentale del fatto che il sindacalismo rivoluzionario non ha potuto sopravvivere, sta nella sua insufficienza ideologica, anzi nella sua inconsistenza

Giuseppe Di Vittorio (secondo da sinistra) durante la guerra di Spagna (1936). Sono con lui (rispettivamente terzo c quarto da sinistra) i compagni Fibbi e Vittorio Vidali.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 377

Brano: [...]a del D'Alfonso, il socialista Suriani e altri 5 dirigenti della Lega furono tratti in arresto. Condannati senza prove a 3 anni di reclusione dal Tribunale di Lucera, vennero scarcerati dopo 15 mesi e assolti in Corte d’appello.

Il 10 aprile si tenne a San Severo il I Congresso della Federazione comunista foggiana. Vi parteciparono il segretario nazionale del Partito Amadeo Bordiga e tutti i dirigenti delia provincia. Tra i presenti, Giuseppe Di Vittorio che portò il saluto deN’organizzazióne sindacale. Nel pomeriggio, alla ripresa dei lavori, squadre fasciste locali insieme ad altre giunte in camion da Cerignola, Orta Nova e Serracapriola iniziarono una fitta sparatoria contro le finestre dell’edificio che ospitava il congresso. I congressisti, armatisi alla meglio con qualche moschetto tolto ai carabinieri che assistevano all'attacco senza intervenire, reagirono decisamente e passarono al contrattacco, insieme ad altri lavoratori accorsi: non pochi fascisti furono feriti, altri malmenati. Il noto pregiudicato La Serpe, di Cerignola, cadde c[...]

[...]te sparatorie protrattesi per l’intera giornata, come a San Severo, dove si ebbero molte decine di feriti (in maggioranza fascisti) e a Carlantino, dove la Sezione socialista venne data alle fiamme.

Il 15 maggio si svolsero le elezioni politiche: abolito lo scrutinio di lista provinciale, la circoscrizione elettorale comprendeva le province di Bari e Foggia. Il P.S.I., che aveva offerto una delle candidature al sindacalista carcerato Giuseppe Di Vittorio, mantenne saldamente le proprie posizioni elettorali. Di Vittorio fu eletto insieme a Leone Mucci, a Maiolo e ai baresi Velia e Giuseppe Di Vagno (v.). Quest’ultimo sarà assassinato dai fascisti a Mola di Bari il successivo 25 settembre, dopo un comizio. Il Partito comunista, appena sorto e ancora poco conosciuto raccolse poche migliaia di voti. Quella campagna elettorale fu caratterizzata da inaudite violenze fasciste, specie a Cerignola. In quasi tutti i comuni del Subappennino si ebbero spedizioni punitive con distruzione di sedi, percosse, minacce e ferimenti da parte di squadracce provenienti da altre località. Ma proprio in questi comuni più colpiti d[...]

[...]piti dall'attacco fascista, il P.S.I. non solo non perdette voti, ma ne guadagnò.

Le violenze si concentrarono su socialisti e comunisti, provocando tra i militanti una sorta di selezione forzata: mentre i più deboli e anziani si allontanavano dall’attività, i più giovani e risoluti ne prendevano il posto, irrobustendo così le file del Partito. E fu precisamente dal Partito comunista che si ebbe un energico contrattacco, giunto fi

Giuseppe Di Vittorio tiene un comizio sulla piazza di Cerignola per il Primo maggio 1920

377



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 246

Brano: Bari

popolo (v.)f guidati da Di Vittorio, dal tenente Aruzzolo e dal giovane operaio Felice Otto/ino, difesero la Camera del lavoro e i quartieri della città vecchia, respingendo ripetutamente gli assalti degli squadristi appoggiati dalle guardie regie sulla discesa San Michele. Dopo una lotta protrattasi per l’intera giornata, e che costò ai lavoratori

3 morti e numerosi feriti, gli assalitori ebbero il sopravvento e la Camera del lavoro fu occupata. I dirigenti sindacali e socialisti vi furono arrestati (contro Di Vittorio, che godeva deH’immunità parlamentare, fu richiesta l’autorizzazione a procedere), sotto l’imputazione di [...]

[...]vane operaio Felice Otto/ino, difesero la Camera del lavoro e i quartieri della città vecchia, respingendo ripetutamente gli assalti degli squadristi appoggiati dalle guardie regie sulla discesa San Michele. Dopo una lotta protrattasi per l’intera giornata, e che costò ai lavoratori

3 morti e numerosi feriti, gli assalitori ebbero il sopravvento e la Camera del lavoro fu occupata. I dirigenti sindacali e socialisti vi furono arrestati (contro Di Vittorio, che godeva deH’immunità parlamentare, fu richiesta l’autorizzazione a procedere), sotto l’imputazione di avere organizzato « una sommossa sediziosa ».

Le amministrazioni socialiste dei maggiori centri contadini (Barletta, Minervino Murge, Andria, Cerignola) furono poi costrette con la violenza a dimettersi: a sindaci, assessori e consiglieri fu imposto di emigrare in altre province per àver salva la vita. Nelle elezioni politiche del 1924 i fascisti impedirono col terrorismo che si svolgesse qualsiasi propaganda socialista, tanto che i deputati Di Vittorio e Velia, messi al bando dai fasc[...]

[...] avere organizzato « una sommossa sediziosa ».

Le amministrazioni socialiste dei maggiori centri contadini (Barletta, Minervino Murge, Andria, Cerignola) furono poi costrette con la violenza a dimettersi: a sindaci, assessori e consiglieri fu imposto di emigrare in altre province per àver salva la vita. Nelle elezioni politiche del 1924 i fascisti impedirono col terrorismo che si svolgesse qualsiasi propaganda socialista, tanto che i deputati Di Vittorio e Velia, messi al bando dai fascisti e invitati dal prefetto a lasciare immediatamente la città, non poterono tenere a Bari neppure un comizio.

La lotta antifascista

Durante il ventennio di dittatura fascista non si ebbero a B. episodi rilevanti di lotta organizzata, ma i dirigenti dei lavoratori non si piegarono a compromessi e preferirono pagare con lunghi anni di isolamento, con la miseria e la farro, la loro fedeltà agli ideali. Vengono per questo ricordati, tra gli altri, Felice Assennato, Peppino e Paolo Mantica, Carlo Mauro, Vito e Mario Stampacchia, Domenico Fioritto. Numerosi f[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 441

Brano: [...]ate Internazionali. Il 12.3.1937 fu ferito nella battaglia di Guadalajara (v.), rimanendo mutilato a una gamba. Lavorò in seguito con Teresa Noce alla redazione del « Volontario » a Madrid finché, aggravatesi le sue condizioni di salute, fu costretto a riparare in Francia, dove venne operato per la grave ferita subita alla gamba. In seguito, a Parigi, fece parte della redazione de « La Voce degli italiani », il quotidiano antifascista diretto da Di Vittorio.

Nel corso della seconda guerra mondiale Canepa fu arrestato a Marsiglia (19411 dalla polizia francese per contravvenzione alle leggi suH'emigrazione; e nel 1942 fu nuovamente tratto in arresto dalle truppe italiane di occupazione che

10 incarcerarono nella fortezza francese delI’Essaillon. Evaso l'8.9.1943, rientrò in Italia e costituì (a Favaie di Malvaro, nell'entroterra genovese) uno dei primi nuclei partigiani della Guerra di liberazione. Da quel gruppo sorse poi la Divisione Garibaldi « Cichero » (v.) di cui Canepa divenne il commissario politico col nome di battaglia di « Marzo »[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 637

Brano: Comunista italiano, Partito

90 per cento dei carcerati politici e dei confinati, furono rilasciati soltanto dopo la minaccia di G. Roveda di dimettersi da Commissario (v.) alle organizzazioni sindacali: Longo, Scoccimarro, Secchia, Li Causi, Di Vittorio e Terracini poterono giungere a Roma solo la notte del 20 agosto.

Contro il governo Badoglio

Longo, Secchia e Scoccimarro, che costituivano il direttivo comunista del confino, in parte assolvente anche alla funzione di. centro interno essendo collegato con numerose organizzazioni comuniste, specie dell'Italia centromeridionale e delle Isole, prima di lasciare Ventotene avevano provveduto a predisporre collegamenti sicuri con tutti i comunisti che, da quell’isola, stavano per raggiungere le rispettive località di origine.

Il 29 e il 30 agosto ebbe luogo a Roma una riunione alla quale [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Di Vittorio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---comunista <---socialista <---Partito comunista <---antifascista <---comunisti <---fascismo <---fascista <---socialisti <---La lotta <---P.C.I. <---P.S.I. <---fascisti <---italiana <---italiani <---italiano <---sindacalista <---Agraria <---Anita Di Vittorio <---C.L.N. <---Giuseppe Di Vittorio <---La Voce <---La notte <---Storia <---antifascisti <---dell'Italia <---democristiani <---fasciste <---ideologica <---italiane <---lista <---sindacalismo <---squadristi <---Al IV <---Angelico Caligaris <---Angelo De Zio <---Angelo Scarabino <---Antonio Labriola <---Antonio Mastrangelo <---Arditi del popolo <---Ascoli Satriano <---Ather Cappelli <---Bibliografia <---Brigate nere <---C.G.I.L. <---C.G.L. <---Carducci di Milano <---Carlo Mauro <---Cataldo Dori <---Cesare Massini <---Comitato centrale <---Commissario di Pubblica Sicurezza <---Comuni nel Trentino <---Congresso di Milano <---Congresso di Parigi <---Congresso di Vienna <---D'Agostino <---D'Alfonso <---De Vecchi <---Di Vona Quintino <---Domenico Bi <---Domenico Fioritto <---Domenico Gu <---Duomo a Milano <---Ecole Libre de Hautes Etu <---Emilio Canevari <---Enzo Fiore <---Esteri Carlo Sforza <---Favaie di Malvaro <---Francesco Fabiani <---Fronte dell'Uomo Qualunque <---G.A.P. <---Gian Carlo Pajetta <---Giuseppe Caradonna <---Giuseppe Di Vagno <---Gruppi di Azione Patriottica <---Hautes Etu <---Il C <---Il C L <---Il Lavoro <---Il P <---Il P S <---Il Partito comunista <---Ilio Barontini <---In U <---In U S <---Jacques Maritain <---La Repubblica <---La Repubblica di Tortìglia <---La Voce degli Italiani <---La lotta di classe <---Leonardo La <---Leonardo Pauli <---Leone Mucci <---Li Causi <---Libre de Hautes <---Luigi Longo <---Luigi Sollazzo <---Memoria O <---Memoria O P <---Michele Di Pao <---Minervino Murge <---O.P. <---Oreste Liz <---P.C.L <---Paolo Mantica <---Partito Amadeo Bordiga <---Patto di Roma <---Pelcoda nel Friuli <---Piano del lavoro <---Pietro Paletta <---Pietro Tammiso <---Pietro Toscano <---Questura di Bari <---Riccardo Bauer <---S.S. <---Samuele Caccavo <---San Michele <---Sandro Pertini <---Saverio La Casella <---Sette Comuni <---Sicurezza De Martino <---Tribunale di Lucera <---U.S.A. <---U.S.I. <---Vito Canillo <---Vittorio Bardini <---Vittorio Berti <---Voce degli Italiani <---Wilhelm Canaris <---antihitleriana <---attesismo <---attivisti <---capitalismo <---comuniste <---d'Azione <---d'Italia <---dell'Uomo <---foggiana <---gappisti <---ideologiche <---legittimista <---liberalsocialista <---liste <---nazifascisti <---nazismo <---nazista <---oltranziste <---riformismo <---scetticismo <---socialiste <---squadrismo <---terrorismo <---testimoniano



Modalità in atto filtro S.M.O.G+: CORPUS OGGETTO

visualizza mappa Entità, Analitici e Records di catalogo del corpus selezionato/autorizzato (+MAP)




Interfaccia kSQL

passa a modalità Interfaccia kSQL